ANGOLO DELLA NARRATIVA

Le Orchidee
Roberta Calandra

Sabato 22 aprile ore 12.00 Foyer Nuovo Cinema Aquila

LE ORCHIDEE
di Roberta Calandra, Porto Seguro Editore, Milano 2022

Diana sta con Chiara da tempo immemore, hanno due gatti, una casa, un rapporto stabile e un progetto di vita. Eppure la prima, mentre fissa il soffitto in una notte insonne, si chiede se è mai stata davvero innamorata dell’altra. E mentre se lo chiede pensa a Veronica, il suo “e se” eterno, instabile, attrattivo, forsennato. Quando in una delle sue cene con gli amici del giovedì le arriva un messaggio – “Chiara ti tradisce” -, questa si configura come la sua madeleine. Quella che cambia tutto, che spezza la sua vita quotidiana e innesca un processo di cambiamento e rivoluzione, in una rievocazione del passato che scorre come un fiume, alternandosi a un presente che si pone come una sfida per la felicità.
Poi c’è Tommaso: medico per passione, ma di quelli che non si devono e non si possono far coinvolgere, padre per scelta, crede che il trantran cadenzato della sua vita con Alessandro rientri in uno schema di vita sensato. Ha chiuso tutto il dolore del suo passato dentro una scatola che non può ignorare. Poi la vita lo trascina in un nuovo flusso di incontri, e cambia tutto.
Tommaso e Diana sono anime affini, amici immediati, quasi gemellari. Due vite qualunque, collegate come da un filo invisibile che le lega indissolubilmente, lei il battito d’ali di una farfalla, lui il paesino dall’altra parte del mondo che crolla, per poi rinascere. Un romanzo immenso, con connotati esoterici e mistici, che ci guida nella banale straordinarietà della vita.
https://robertacalandra.it/biografia-scrittrice/

Ne parla con l’autrice Elena Rossi

Letture di Valentina Ghetti e di Lucia Rossi

Valentina Ghetti

Valentina Ghetti Attrice drammatica, sceneggiatrice, performer, comedian, doppiatrice; sul piccolo schermo ha preso parte a fiction, programmi televisivi, campagne pubblicitarie.*Nel cinema ha lavorato in diverse pellicole, tra cui “Maremmamara” di Lorenzo Renzi, “Quel Venerdì 30 dicembre” e “Girotondo”, di T. Abballe, “The poison rose” di F. Cinquemani, “Classe Z” di Guido Chiesa” (Medusa). Disponibile su Amazon, il film “Credimi!” Di Luna Gualano, contro la violenza sulle donne.
Nel teatro è stata diretta da Antonio Serrano, Massimiliano Vado, Enrico Maria Falconi, Roberto D’Alessandro, Matteo Fasanella, Francesco Bellomo, Luca Gaeta, David Fiandanese, Massimiliano Bruno, Alberto Ricci. Ha rivestito ruoli proteiformi e antitetici arrivando a portare in scena drammi personali come ne “La gabbia di carne” di Luca Gaeta, spettacolo menzionato in un importante editoriale del Tg1.

Lucia Rossi

Lucia Rossi Attrice, lavora in teatro, cinema, televisione, oltre a numerose partecipazioni in spettacoli di danza contemporanea e pubblicità. Tra gli altri collabora con Carlo Vanzina, Pupi Avati, Marco Risi, per il quale è di recente protagonista femminile ne “Il punto di rugiada” (2022). Il suo volto compare in numerose serie di successo come “Ris”, “Distretto di polizia”, “Crimini bianchi”, “Squadra mobile”.

Stop Movie

Sabato 22 aprile ore 14.00 Foyer Nuovo Cinema Aquila

PER I 18 ANNI DI IMMAGINARIA DUE ROMANZI CHE RACCONTANO LA NASCITA DEL FESTIVAL,
I SUOI SVILUPPI E QUELLA CHE ERA SEMBRATA LA SUA FINE

Ne parlano con l’autrice Federica Fabbiani e Georgia Garofalo

STOP MOVIE. L’INGRATO COMPITO DI VIVERE AL PASSATO
di Cristina Zanetti, Cicero Editore, Venezia 2009

“L’ironia è necessaria per convivere con le grandi emozioni”, afferma l’Autrice nella pagina dei ringraziamenti. Nell’affermazione non c’è soltanto un riconoscimento d’intenti nella modalità di scrittura ma anche un invito a leggere attraverso questa chiave un romanzo “liberamente ispirato a una storia vera”. In copertina, l’autoritratto di Cristina Zanetti sullo sfondo dell’isola di Stromboli ci rimanda il volto di una donna che può guardare al passato riuscendo infine a “concentrarsi sul presente”. Il romanzo è scritto in prima persona: la protagonista non ha nome, quello che conta è il viaggio che “Lei” compie per uscire dalla “Palude” dei rapporti familiari, attraversare la “Foce”, il lungo e ricco spazio di ricerca di un’identità lesbica femminista radicale, fino a raggiungere l’“Onda”, a prendere in mano il presente (le tre parti in cui è diviso il libro). Punto di partenza è la morte della madre, che pone fine a un incubo, quello di un perenne giudizio alimentato da “oscurantismo medievale”, da una “apocalittica visione del bene e del male”: “ero ai suoi occhi un mollusco in balìa di chiunque non avesse altro da fare che prendersi gioco di me, plagiarmi dalla testa ai piedi e condurmi alla perdizione eterna. Come aveva fatto lei”. L’elaborazione della fine di questo rapporto fatto di continui conflitti non è indolore; è complessa ma la lucidità ironica con cui viene portata avanti rende queste pagine non retoriche, ma avvincenti. Alla dimensione del rapporto familiare si intreccia quella della vita sentimentale, segnata dalla presenza di una compagna che scompiglia la vita di Lei “con la forza di un toro”, che tende a imporle le sue priorità, riproponendo in un certo senso le modalità del rapporto materno. Quando il rapporto finisce Lei dovrà rielaborare un nuovo lutto, compreso l’abbandono del progetto di vivere insieme nella mitica Stromboli (quella dell’immagine di copertina), ma anche ritrovare la capacità di costruire un nuovo rapporto sentimentale. “Questo romanzo è liberamente ispirato a una storia vera”, dice l’autrice; si potrebbe aggiungere: a tante storie vere, come d’altra parte testimoniano i tanti ringraziamenti ad altre donne che hanno in qualche modo accompagnato la stesura del testo. La storia principale si intreccia infatti con quella di una comunità lesbica, e in particolare dell’Associazione Culturale Visibilia, impegnata nella realizzazione di Immaginaria International Film Festival, il primo festival in Italia fondato a Bologna e dedicato al cinema indipendente a tematica lesbica e femminista.
Attraverso le problematiche della protagonista molte ritroveranno le problematiche di una militanza e di una vita quotidiana femminista che l’ironia della scrittrice ci rimanda con piacevolissime pagine (si raccomandano quelle sulla vita con cani e gatti!). Cristina Zanetti giunge all’esperienza della scrittura praticando allo stesso tempo altre forme di creatività artistica e occupandosi di selezione cinematografica: un lungo allenamento a raffinare lo sguardo” (Giovanna Romualdi, il Paese delle Donne).

Cristina Zanetti

Cristina Zanetti (Bologna 1953), laureata in filosofia, si dedica a tre attività principali, la musica, il cinema e la narrativa. Scrive canzoni soul/rock/funk a tema sociale e compone brani strumentali progressive fusion con la formazione “Via Bartoli Reunion New Band”. Il suo strumento è una Gibson ES Les Paul, la chitarra iconica del rock. Ha fondato e co-dirige Immaginaria International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, che porta sullo schermo film diretti da donne e sguardi differenti sulle vite, la cultura, l’arte, la storia, la politica delle donne coraggiose e ribelli che in tutte le epoche si battono contro le discriminazioni e la violenza. È autrice di tre romanzi: Stop Movie. L’ingrato compito di vivere al passato, 2009; Odissea. Cronache d’incoscienza e di vita estrema, 2014; La Lista di Flo, 2016. Destiny delle cantine è il suo ultimo romanzo… in cerca di editore.

Odissea

ODISSEA. CRONACHE D’INCOSCIENZA E DI VITA ESTREMA
di Cristina Zanetti, Cicero Editore, Venezia 2014

Un’esperienza, un libro. Non sul cancro, ma sulla gioia di stare insieme.
L’amore di un gruppo di donne per una sola: Marina Genovese, fondatrice
di Immaginaria International Film Festival per 12 anni alla direzione

Marina, napoletana, vive a Bologna da molti anni. è ostinata, testarda, irremovibile. Non si scoraggia davanti alle difficoltà e le supera. Ha sempre ragione, non ammette i suoi errori e persevera, è capatosta, si dice a Napoli. Generosa e intrattabile, geniale e intraprendente, imprevedibile e irascibile, è amata o detestata, senza mezze misure. Un giorno, all’improvviso, deve fare i conti con una novità che travolge la sua vita e quella del gruppo di donne che la circonda: il cancro. Marina, però, è piena di vita e con lei le cose si fanno allegramente o non si fanno. Con il suo solito ésprit de combat raduna una squadra speciale che le assicura presenza continua, protezione incondizionata e amore a prova di bomba. La vittoria è scontata a patto che, come al solito, si tenga duro. L’ottimismo è d’obbligo e la prima a sprigionarlo è proprio lei, che tiene alto il morale della truppa con pranzi e cene partenopee. In una confusione di gioia e dolore, forza e debolezza, la rete informale di affetti, una variopinta sfamiglia, garantisce appoggio e stabilità. Le cronache tragicomiche di questa Odissea contemporanea, che si svolge fra Bologna e Cervia – buen retiro della compagnia – si concludono in modo sorprendente, con determinazione e follia.
“Dovevo per forza raccontare questa storia. L’abbiamo vissuta fino in fondo, intensamente. Ci siamo disperate, ci siamo divertite, ci siamo amate. Ci siamo scambiate frammenti di felicità in momenti in cui la parola avrebbe dovuto disgustarci. Abbiamo imparato a manipolare il tempo, l’abbiamo accelerato, rallentato, spremuto, condensato, diluito, l’abbiamo tirato da tutte le parti. Abbiamo esploso l’attimo, riflettendoci in ognuna delle schegge, abbiamo amato ogni respiro della nostra amica. Marina è la forza della natura, l’energia universale. Sempre stata così, motore di tutte le cose, grande leader, grande cuoca, grande amante dei piaceri, lo spirito vitale allo stato puro, lo scatenarsi degli elementi e delle emozioni. Quando il cancro ha scelto lei, o lei ha scelto lui, siamo rimaste stordite. Impossibile. Errore madornale. Corriamo a dirlo a qualcuno. Siamo corse a dircelo fra di noi e ognuna a se stessa. Poi la squadra ha reagito, Marina in testa, guidandoci nell’impresa più spericolata. Strada facendo, abbiamo recuperato tante cose che, per l’incoscienza della salute, avevamo trascurato” (Cristina Zanetti).

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